Mutui variabili l’Euribor resterà ancora basso? Le previsioni per i prossimi mesi

Tassi mutui variabili Euribor negativo: cosa comporta

Mutui variabili l’Euribor resterà ancora basso? Una domanda che interessa i tanti mutuatari che hanno in corso un finanziamento a tasso variabile, nonché quanti desiderano sottoscrivere un mutuo a tasso variabile. L’Euribor infatti è il principale indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, e il 21 aprile 2015 l’Euribor a 3 mesi è sceso sotto zero per la prima volta dal 1998.

Una notizia senza dubbio positiva per tutti i titolari di mutui a tasso variabile, dato che minore è il valore dell’Euribor più è basso l’importo della rata di ammortamento del mutuo. Benefici di cui da mesi godono molti mutuatari. Da aprile 2015 infatti l’Euribor è rimasto in territorio negativo.

Previsioni mutui tasso variabile Euribor 1 mese e 3 mesi

Attualmente l’Euribor 1 mese e 3 mesi si attestano rispettivamente a -0,35% e -0,26%. Sotto lo zero anche l’Euribor 6 mesi pari a -0,15% (dati aggiornati al 19 maggio 2016). Un ribasso dovuto soprattutto agli effetti del Quantitative Easing della BCE, una manovra senza precedenti in Europa che prevede l’acquisto di titoli da parte delle banche al fine di immettere nuovo denaro nell’economia.

Mutui variabili l’Euribor resterà ancora basso? La risposta più probabile è sì. Le previsioni sull’andamento dei tassi d’interesse indicano che i parametri Euribor rimarranno molto bassi (e probabilmente sotto zero) anche in futuro, poiché la BCE ha prolungato il QE fino a marzo 2022.

Mutui a tasso variabile Euribor negativo: come si modifica la rata

Ammettiamo allora che per i mutui variabili l’Euribor resterà ancora basso, quali saranno le conseguenze per la rata? Se il valore dell’Euribor è negativo, il tasso di interesse applicato al mutuo sarà pari allo spread fissato dalla banca al momento della stipula del mutuo meno il valore del parametro Euribor.

In ogni caso anche se più bassi gli interessi andranno comunque pagati. A tal proposito è importante controllare se nel contratto sono presenti delle soglie (dette “floor”) sotto le quali il tasso non può scendere.

Da considerare anche le modalità di indicizzazione presenti nel contratto di mutuo, ossia se per calcolare il tasso di interesse si utilizza il valore dell’indice rilevato un determinato giorno (di solito l’ultimo giorno lavorativo del mese precedente a quello della rata) o la media del mese precedente a quello a cui si riferisce la rata. In ogni caso solo una cosa è certa certa: finché l’Euribor rimane negativo, per i mutui a tasso variabile la rata non aumenterà.

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