Non pagare i debiti: ecco gli strumenti disponibili
Debiti: è possibile non pagarli
Nell’attuale periodo di crisi economica, caratterizzato da una emorragia di posti di lavoro che non ha eguali nella storia della Repubblica, è molto frequente che un debitore perda all’improvviso le capacità di solvenza. Se il reddito viene a mancare, pagare le rate è praticamente impossibile. I problemi iniziano quasi subito, dal momento che, specie nel caso di finanziarie, ad attivarsi non è tanto l’istituto erogatore quanto piuttosto società terze recupero crediti, che innescano un procedimento almeno all’apparenza inesorabile e in grado di portare in tempi brevi al pignoramento dei beni.
Si parte dall’introduzione delle more, si giunge all’aumento della massa debitoria, e infine alle definitiva insolvenza. E’ un circolo vizioso molto pericoloso sia per il debitore che per il creditore.
Di situazioni del genere è piena la storia degli ultimi sette anni. Storie così tragiche da aver ispirato modifiche all’impianto normativo, che per esempio ha sancito l’impignorabilità della prima casa. Eppure, esistono alcuni metodi per non pagare i propri debiti, per ridurli o per aumentare il periodo di rimborso.
Insomma, il debito può essere reso sostenibile. Il procedimento, però, non è né semplice né tantomeno scontato. Anche in questo caso, il punto di partenza è rappresentato dal possesso di alcune precise condizioni.
Non pagare i debiti: le soluzioni a disposizione
La prima soluzione per non pagare i debiti è davvero intuibile: cercare il dialogo con la banca. Non è detto che tutti gli istituti guardino con indifferenza alle difficoltà dei debitori. Anche perché se il debitore dipende dal creditore, in una certa misura è anche vero il contrario. Addivenire a un compromesso è spesso la via più semplice da percorrere e più sicura. E’ comunque frequente trovarsi di fronte al classico muro, dunque è necessario rivolgersi altrove.
Una soluzione per ridurre il debito è dimostrare che parte di questo, in realtà, è non dovuto. Ovvero frutto di condizioni non pienamente legali, dell’imposizione di interessi da usura. Si definisce usura un tasso di interesse che supera il tetto imposto dalle norme sancite dalle istituzioni. Molte banche interpretano questo limite in modo assai flessibile, giocando sul fatto che chi accede ai finanziamenti spesso non conosce questo rischio.
Ci si può rivolgere anche al tribunale per imporre alla banca la discussione di un piano di gestione della crisi, a patto di riuscire a dimostrare l’inevitabilità dell’insolvenza.
Esiste infine la possibilità di rivolgersi alle associazioni dei consumatori, consegnando tutta la documentazione e chiedendo un intervento per la ristrutturazione del debito. Se i motivi sono validi, e veramente si è impossibilitati a pagare per cause di forza maggiore, gli enti potranno fornire un aiuto concreto nella risoluzione del contenzioso con l’istituto che ha erogato il finanziamento.