Quando non viene concesso un mutuo e perché. I casi più frequenti

Cosa fare quando non viene concesso un mutuo? Prima di tutto informarsi sulle possibili motivazioni del rifiuto e su come aggiustare la situazione per avere possibilità di accedere al credito.

Perché la richiesta mutuo viene rifiutata

Quando non viene concesso un mutuo? Questa domanda può avere diverse risposte. In generale i mutui vengono rifiutati nei casi in cui l’istituto di credito non ritiene sufficientemente affidabile la posizione economica del cliente.

Rientrano in questi casi le situazioni in cui la rata grava troppo sul reddito mensile, in generale è bene che non pesi per più del 30%. Allo stesso modo banche e finanziarie possono scegliere di non concedere il finanziamento nel caso in cui il contratto di lavoro non venga giudicato abbastanza sicuro dal punto di vista della durata.

Rientrano in questa casistica i mutui richiesti dai titolari di contratti di lavoro a tutele crescenti. Il tempo indeterminato con il Jobs Act rappresenta infatti per alcune banche una garanzia non sufficientemente solida, in quanto non vi sono, per ora, dati importanti sui licenziamenti.

Gli istituti di credito che rifiutano il mutuo in questo caso tendono a suggerire la presentazione di un garante o la sottoscrizione di una polizza rischio impiego, che grava sul costo generale del finanziamento.

Mutuo rifiutato segnalazione Crif cattivo pagatore

Documentarsi su quando non viene concesso un mutuo vuol dire prendere in considerazione anche l’eventualità di un rifiuto successivo all’esame del merito creditizio del cliente.

In presenza di segnalazioni a Crif per protesti o mancati pagamenti può essere infatti difficile accendere un mutuo. Chi si sente dare una risposta negativa in questi casi può impegnarsi per la riabilitazione, sanando la propria posizione creditizia oppure attendendo tre anni dalla scadenza naturale del finanziamento in caso d’impossibilità nel pagamento.

Altri motivi rifiuto mutuo

Continuiamo a dettagliare le eventualità relative a quando non viene concesso un mutuo parlando dei casi in cui l’immobile non risulta in regola. In tali situazioni spetta al cliente informarsi per sanare il tutto. Si tende a consigliare, per evitare problemi, di richiedere l’inserimento in contratto di una clausola. Nota che deve prevedere la restituzione della caparra nell’eventualità di rifiuto del mutuo.

Sempre parlando di rifiuti che dipendono dall’immobile ricordiamo che le banche possono anche non accordare il finanziamento perché considerato incompatibile con l’unità immobiliare presentata a garanzia. Cosa vuol dire?

Prima di decidere se concedere o meno il finanziamento l’istituto di credito la banca richiede una perizia estimativa dell’immobile. La somma massima finanziabile viene definita a seconda del valore attributo alla casa.

Solitamente i mutui ipotecari permettono al beneficiario di ottenere fino all’80% del valore dell’immobile. Se la banca ritiene la somma richiesta dal cliente idonea concederà il mutuo.

Ricordiamo inoltre che prima di accordare il finanziamento l’istituto di credito prende in esame anche la rivendibilità dell’immobile. Se il mutuatario non è in grado di adempiere agli impegni assunti, la banca dovrebbe ricorrere alla vendita dell’immobile. E se questo risultasse difficile da rivendere l’istituto rischierebbe di non rientrare del denaro concesso.

Sempre più di frequente inoltre gli enti bancari scelgono di accordare finanziamenti ipotecari a chi presenta a garanzia immobili provenienti da donazioni.

Questo perché tali immobili potrebbero essere oggetto di azioni di revoca da parte degli eventuali eredi del donatore. Eredi che potrebbero ritenersi defraudati dai loro diritti, situazione che renderebbe quindi l’immobile impossibile da vendere.

Mutuo rifiutato cosa fare e a chi rivolgersi

Concludiamo il quadro informativo relativo a quando non viene concesso un mutuo ricordando che, nei casi di rifiuto di accesso al credito immobiliare, il cliente ha dalla sua diverse soluzioni. Una di queste è la possibilità di rivolgersi all’arbitro bancario.

Di cosa si tratta? Di un organo indipendente che ha sedi in diverse città d’Italia, ossia Napoli, Roma e Milano. I tempi utili al proposito sono molto stretti e non devono superare i 30 giorni.

Da specificare è che la competenza dell’arbitro bancario riguarda i finanziamenti inferiori ai 100.000€. In ogni caso è possibile rivolgersi all’arbitro bancario anche in caso di cambiamenti eccessivamente sfavorevoli delle condizioni del finanziamento.

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *